Scomparso Paolo Antonio Erizzo, la proprietà passò in eredità al nipote, il conte Vincenzo Barzizza. Amico del musicista Gaetano Mares, virtuoso del violino, volle onorarne la memoria con un luogo degno di accogliere le sue spoglie, facendo costruire nel 1868 il tempietto neoclassico del Signore dell'Universo che ancora oggi possiamo ammirare a fianco del cancello d'ingresso della Villa.
L'intera costruzione, che ha un elegante pronao con colonne in stile composito, presenta un curioso sviluppo verticale con il suo tetto arcuato e con l’altissimo campaniletto esagonale alle spalle, agile come l'archetto di un violino, l'insieme come probabile tentativo da parte del progettista di riproporre l'immagine dello strumento che diede gloria al defunto.
In origine, il campanile aveva una cuspide di foggia greco-ortodossa. Tolta la copertura che era in cattive condizioni, in epoca recente è stato realizzato un terrazzino dal quale si può godere una vista assolutamente impareggiabile a trecentosessanta gradi e si può ammirare la Nave in tutta la sua complessa bellezza, allungata sulla riva del fiume. L'interno, magnificamente restaurato dall'attuale proprietario, stupisce per la sua vastità, non sospettabile dall'esterno.
Il monumento funebre di Mares, di ispirazione canoviana, è imponente e suggestivo con le sue figure allegoriche. L'aula propone alcune importanti opere del pittore Eugenio Moretti Larese, fra le quali spiccano l'affresco di grande respiro scenografico del soffitto che raffigura l'episodio biblico del Cristo e l'adultera, e, in controfacciata, l'affresco di Santa Cecilia, patrona dei musicisti, circondata da angeli musicanti.